Origini (la Chiesa)

foto storica

NOTE STORICHE

Corbolone si pregia di avere una delle chiese più belle e più ricche di tutto il comprensorio e che da oltre sei secoli segna i ritmi della vita dei suoi abitanti.
Al centro di questo antico nucleo abitativo, sulle acque tranquille del fiume Malgher, si specchia la chiesa con il suo elegante campanile, cuore e centro propulsivo di tutta la vita dei corbolonesi che si riconoscono e quasi si identificano nella loro bella chiesa.
Il visitatore che viene in questo paese e si ferma davanti a questo complesso resta affascinato dalla sobria bellezza delle sue linee archittettoniche, ricamate all’esterno con mattoni faccia a vista, delimitato da una recinzione in cotto e pietra d’Istria, sormontata da una pregevole ringhiera in ferro battuto, e rimane come rapito e ancor più ammirato quando mette piede dentro agli atrii di rara bellezza e armonia di questa casa del Signore.
Entrando i nostri occhi sono così per dire catturati dalla pala dell’altare maggiore che il pennello nelle mani del veronese Bonifacio de Pitati ha dato splendore e bellezza straordinaria. L’intensità di colori smaglianti e vivissimi mettono in primo piano il titolare della chiesa parrocchiale S. Marco Evangelista seduto in trono con accanto i Santi Sebastiano e Rocco. La tela è incastonata in un cassone ligneo intagliato e dorato.
Ma per chi entra dalla porta laterale la visione viene attirata dalla cappella dell’annunciazione che il pennello nelle mani di Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone assieme ai suoi allievi (?) prima o dopo aver affrescato un trasbordante profeta Balaam e uno splendido S. Rocco contenuto in una cornice, ha creato una teoria di Sante vergini e martiri quasi rapite in estasi sotto il catino. Qui la mano del Pordenone esalta la Vergine Maria, incoronata dal figlio nella gloria degli angeli mentre il padre ammirato e stupito, con sopra la colomba (lo spirito santo) sembra abbracciare tutta l’abside.

Davanti un altare in marmi policromi delimitato da una baluastra marmore dalle tenui tonalità e sormontato da due statue in marmo. Lo scalpello del Marinali ha ricavato dal freddo marmo un fremito d’ali delicato nell’Angelo annunziante mentre la Vergine di Nazaret dal panneggio finemente ricamato e leggero è in profondo e trepido ascolto della divina parola, inginocchiata sopra un morbido cuscino.

Dopo essere rimasti in muta contemplazione della cappella, possiamo volgere lo sguardo alla Pietà in terracotta che Benedetto Stefani ha dato plasticità e movenze, mettendo in risalto il dolore forte ed insieme composto della Vergine Maria dalle grandi mani che accoglie nel suo grembo materno il corpo dormiente del Figlio con il capo riverso, ricamato di bellissimi boccoli e morbidamente adagiato sulle sue ginocchia in attesa dell’alba di resurrezione.
Altre mani, su commissione del maestro, di Pietro Stefani hanno creato quello splendido coro ligneo che da eleganza ed insieme dignità a tutto il presbiterio dove al centro troneggia un seicentesco altare in marmo policromo, sormontato da un elegante tabernacolo per la custodia dell’eucarestia, finemente cesellato e proveniente dalla scuola dei Bettamelli. Il tocco delle mani maestre di un anonimo intagliatore del ‘500 ha morbidamente plasmato il crocifisso ligneo di una intensità e bellezza profonda… Mani, tante mani, come le tante mani dei corbolonesi che hanno dissodato la terra in questi sei secoli per trarne sostentamento e che hanno voluto quasi lasciare impressa la loro fede attraverso le mani degli artisti che hanno immortalato la loro anima in queste opere. Tante mani ispirate, con gli occhi e il cuore incantati, stupiti davanti ai santi misteri della fede cristiana, davanti al mistero della vita e della morte, davanti al mistero di Dio e delle anime sante, hanno così per dire rapito una scintilla della bellezza divina.

L’artista, infatti, è colui che si accende davanti al mistero Profondo della bellezza di Dio e delle sue creature, che poi traduce in colori, luci, forme armoniose la sua luce interiore. Vi siete mai domandati perché quando si va in visita a una città, un paese, le prime cose che si vanno a visitare sono le chiese, le cattedrali, i musei e i monumenti?
Il fascino della bellezza ti seduce, ti prende, ti eleva, ti porta in alto. La bellezza è uno degli attributi di Dio, anzi è Dio stesso, Dio è bello. Rapiti in contemplazione davanti ognuna di queste opere, anche noi possiamo continuare a fare esperienza del bello, di Dio che è bello in questa nostra chiesa scrigno d’arte e di bellezza tanto antica e sempre nuova…

Chiesa di Corbolone